Israel-PremierTech, Mike Woods ad un passo dal ritiro dopo il Giro: “I giorni più bui della mia carriera”

Mike Woods ammette di essere stato molto vicino ad appendere la bici al chiodo già nel corso del 2024. L’esperto corridore canadese, uno degli uomini più rappresentativi della Israel – Premier Tech, ha vissuto momenti difficili quest’anno, faticando a trovare la forma giusta e, in concomitanza con il suo ritiro dal Giro d’Italia, questo lo ha portato a mettersi in dubbio valutando seriamente l’ipotesi di smettere. Dopo non essere mai riuscito a trovare il ritmo giusto nei primi mesi dell’anno, il classe 1987 era arrivato alla Corsa Rosa con l’obiettivo di conquistare la vittoria di tappa che gli manca per entrare nel club di vincitori di tappa in ogni Grande Giro, ma la forma era ancora decisamente deficitiaria e la caduta nella prima settimana che lo ha portato al ritiro è stata per lui un ulteriore colpo.

“La settimana prima del Giro, quanto successo al Giro e la settimana successiva sono stati davvero i giorni più bui della mia carriera – ricorda l’ex podista per il magazine Yalla, realizzato dalla sua stessa squadra – Ho iniziato a chiedermi se fosse il caso di finire la stagione. Ho pensato davvero di mollare. Non ero affatto al mio livello. Quando ho prolungato il mio contratto con la Israel-Premier Tech, ho detto a Sylvain Adams che avrei continuato solo se fossi riuscito a raggiungere il mio livello”.

L’accordo con il patron della formazione israeliana sembrava dunque venire meno, secondo il punto di vista dello stesso Woods, che tuttavia è riuscito a trovare una risposta che gli ha permesso di vedere la luce in fondo al tunnel: “Non ero più me stesso e non riuscivo a capire perché le cose non andassero più bene […] Sono tornato in Canada per riposare, dove ho fatto anche molti esami medici. Da questi esami è emerso che ero affetto da un’infezione batterica. L’ho presa da qualche parte durante il ritiro, all’inizio dell’anno”.

Una spiegazione concreta che ha permesso di vivere in maniera molto diversa quel momento, permettendogli di guardare con più fiducia a quel finale di stagione al quale stava rinunciando. Tornato alle corse in casa, con la partecipazione vittoriosa ai Campionati Nazionali in estate si è rilanciato come meglio non poteva. “È stata una grande svolta – aggiunge in riferimento al suo primo titolo in carriera – Fino a quel momento mi sembrava quasi di non riuscire a pedalare. È stata una sensazione fantastica e mi ha fatto tornare la fame”.

Un appetito che ha saziato rapidamente facendo il suo ritorno in Europa in tempo per i Giochi di Parigi, anche se non ha brillato particolarmente, concludendo poi la Clasica San Sebastian in ottava posizione, ma soprattutto presentandosi alla Vuelta a España dove ha vinto una bella tappa dominando la scena sul Puerto de Ancares. Ottavo pochi giorni fa al GP de Montréal, ora può guardare al Mondiale di Zurigo con nuove prospettive.

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